13 July 2013

Immersione nel futuro

Published on Topolino No. 1375, 4 April 1982
Pubblicato su Topolino No. 1375, 4 Aprile 1982


Jacques Yves Cousteau
Le grandi avventure sotto il mare
Immersione nel futuro
Un futuro che, però, è gia presente. Le esperienze di Precontinente 1, 2 e 3, per 
portare l'uomo a lavorare ben oltre i 100 metri di profondità.

Jacques Yves Cousteau è nato 71 anni fa nella Gironda, in Francia. Ha dedicato un'intera vita all'esplorazione subacquea e alla ricerca, in difesa di un mondo che negli anni a venire, forse piu che nel passato, rappresenterà per l'uomo fonte di ricchezza, di bellezza e di vita. Le esperienze di Cousteau, i suoi studi, la sua vita sull'ormai mitica nave Calypso, sono raccolti in libri e documentari cinematografici noti in tutto il mondo. In Italia, proprio in questi giorni, sono uscite le prime dispense dell'enciclopedia «Pianeta Mare» di Jacques Yves Cousteau, curata dal Gruppo Editoriale Fabbri, e dalla quale sono tratte le fotografie di questo servizio.  


Una passione: il mare. Un sogno divenuto realtà: far si che l'uomo possa vivere e lavorare sott' acqua. Jacques Yves Cousteau, scienziato, ricercatore, scrittore, esploratore, si è immerso nel futuro. Un futuro, però, che è già oggi e si chiama Precontinente 1, 2 e 3. Ovvero: la vita dell' uomo a 10, 25, 100 metri di profondità.

Nelle acque dell'lsola di Pomègue, vicino a Marsiglia, la 
Calypso trasporta una strana «botte»: è Diogene, la 
prima casa sottomarina.

Due uomini, Albert Falco e Claude Wesly, vivranno qui 
dentro per una settimana, lavorando in una zona di mare 
fra i 10 e i 25 metri di profondità. L'operazione si chiama 
Precontinente 1.

Cos'è il Precontinente, lo dice la parola stessa: ciò che viene prima del continente. È quella parte di terra sommersa the scende sino a 250-300 metri. È, insomma, il continente the prosegue sott'acqua. Miliardi di anni fa, terra emersa; oggi, coperta dal mare. È un enorme gradino (zoccolo) che porta ai grandi abissi.
È in questa fascia the esistono i grandi giacimenti di petrolio ed è qui che si svilupperanno (già in America c'è qualche esperimento in atto) allevamenti intensivi di pesce.


Nella casa a stella di Precontinete 2, vissero cinque «oceanauti» a 10 metri di 
profondità. Dentro c,è spogliatoio, docce, soggiorno, cuccette, cucina e un
 laboratorio. 

 Il batidisco entra nel «garage» che fa parte del «vilaggio».

La prima esperienza, ovvero Precontinente 1, risale al 1960-1961. Cousteau organizza, nel mare antistante Marsiglia, la vita di due uomini, per una settimana, a dieci metri di profondità. La loro «abitazione» si chiama Diogene ed è un cilindro, nel quale i sub respirano aria. I due uomini escono dal cilindro per lavorare sino a 25 metri di profondità. All'interno di Diogene la pressione è uguale a quella esterna e, per risalire in superficie, i sub hanno bisogno di un periodo di decompressione di 24 ore. È necessario, quindi, un giorno per sciogliere l'azoto che si è accumulato nel sangue in sette giorni di permanenza a 10 metri di profondità.

Precontinente 1 è il primo passo, o meglio, la somma dei primi passi fatti dal «comandante», dal 1940, sulla strada che deve portare l'uomo a lavorare sott'acqua.

Cousteau non è certo uomo da fermarsi qui. Il suo obiettivo e molto piu lontano e, nel 1963, realizza un secondo progetto ancora piu ambizioso: un intero villaggio sottomarino. La località scelta e il Mar Rosso. A 10 metri di profondità vengono piazzati una casa per cinque persone, un garage per il batidisco, e un centro di allevamento di pesci.

Un'altra casa, con due uomini, viene, invece, realizzata a 25 metri. In quest'ultima i sub respirano elio e non piu aria. La scelta dell'elio è uno dei punti di forza di Cousteau e dei suoi studi sulla tecnica subacquea. L' uso dell'elio, gas leggero e con poca densità anche quando e sottoposto a forti pressioni, permette di scendere sino a 500-600 metri, cioè a profondità in cui l'aria avrebbe una densità piu o meno simile a quella di un pezzo di legno.

In Precontinente 2, due uomini lavorano per una settimana sino a 75 metri di profondità, studiando la vita dei coralli e i pescecani, mentre i cinque uomini a 10 metri stanno sott'acqua un mese intero.


 Gli «scooter sottomarini» (in alto) e le «pulci», (qui sopra) sono realizzati
da Cousteau, insieme al batidisco, per l'esplorazlone dei mari e il lavoro 

dell'uomo sott'acqua. Le «pulci» sono monoposto e possono scendere 
sino a 500 metri.

Le esperienze accumulate in Precontinente 1 e 2, portano Jacques Yves Cousteau alla terza fase: Precontinente 3. Una porta che si apre sulla soglia dei 100 metri di profondità, dove la notte è perenne, uno sguardo verso i grandi abissi. Qui per un mese sei uomini vivono a 100 metri di profondità e lavorano a 120-130 metri. I sub sono rinchiusi in una sfera di sei metri di diametro, appoggiata sul fondo della rada di Villefrance.

E oggi? A che punto siamo? L'uomo oggi scende sino a 500 metri. A questa profondità riesce a lavorare, sostando per periodi relativamente lunghi.

In Precontinente 3 sei sub hanno vissuto in una grande sfera (6 m di 
diametro) per un mese a 100 metri di profondità.

Per arrivare a tanto, si e studiato, sperimentato, elaborato esperienze proprie e altrui. Cousteau e i suoi uomini sono stati i pionieri che hanno contribuito a superare problemi che, per anni e anni, sono apparsi insormontabili. È stato superato il freddo che, gia a pochi metri di profondità, avvolge il sub e che a accentuato dalla presenza dell'elio nelle case sottomarine. Per questo sono state impiegate mute riscaldate ad acqua oppure elettricamente. È stato superato il problema delle comunicazioni, grazie all'inserimento di radio negli scafandri carenati. Ed è stato anche superato, almeno in parte, il cosiddetto effetto della «voce di Paperino». Nelle abitazioni dove i sub respirano elio, le corde vocali non vibrano e quindi la voce esce storpiata e stridula. Per evitare ciò, può essere usata una maschera con del gas (il neon) che ristabilisca un'atmosfera simile a quella terrestre.

L'uomo, dunque, dai primi tuffi di qualche decina d'anni fa, che lo portavano a pochi metri sotto il livello dell'acqua, è arrivato a profondita che toccano il mezzo chilometro. Ormai ha a portata di mano le immense ricchezze di un mondo meraviglioso, ma neppure i 500 metri di profondità rappresentano l'obiettivo finale. Oggi gli uomini stanno scendendo ancora, per andare piu lontano. Verso gli abissi di cui ancora troppo poco si conosce.


Le fotografie sono state tratte dall'enciclopedia Pianeta Mare di Cousteau, curata dal Gruppo Editorale Fabbri.
 

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